inQuiete, le parole (2004)
di Antonio G. Tucci con Alessandra Angelucci e Tiziana Irti.
regia, ideazione, progetto scenico di Antonio G. Tucci.
Lo spettacolo è tratto dall’opera di Annamarie Schwarzenbach, scrittrice, fotografa e giornalista svizzera vissuta tra le due guerre, dotata di un’intelligenza eclettica e di una straordinaria sensibilità, tale da saper vedere orizzonti tanto vasti e inconcepibili per una donna di quegli anni. Lo spettacolo ripercorre la sua intensa e tormentata esistenza e si sofferma sulle “sue parole” che in verità sono un conglomerato di narrazioni: autobiografia, cronaca di viaggio, racconti, giornalismo, critica lucida e appassionata. In primo piano non c’è soltanto una personalità frammentata e in costante ricerca di sé stessa, che si spinge per questo fino ai luoghi “alla fine del mondo”, ma uno sguardo che si vuole il più possibile osservatore attento dei mutamenti drammatici che sconvolgono la sua epoca e che sono così drammaticamente simili alla nostra. Una narrazione fatta di sospensioni, rapide cronache, racconti segnati da una orizzontalità di tensioni emotive tra attore e spettatore per guardare e raccontare il quotidiano, i temi dell’identità minacciata, di una realtà virtuale che sprofonda nel caos del mondo, del “disordine costituito” dei nuovi poteri.