con Alessandra Angelucci Mario D’Amicodatri Paola Mantini Barbara Nervegna
documentazione storica di Angela Arnone
luci, suoni, scrittura scenica e regia di Antonio G. Tucci.
Nell’autunno del 1943 la grande Storia, quella con la S maiuscola, giunse nella città di Ortona incontrando quella “minore” fatta dei piccoli eventi quotidianamente vissuti dai suoi abitanti. La guerra portò via tante vite, sconvolse la serena esistenza della piccola città dell’Adriatico e costrinse i suoi abitanti a ricominciare da capo con quel poco che si poté salvare o nascondere. Ci siamo avvalsi delle voci, delle parole, delle immagini. Abbiamo indagato sui silenzi e sugli oblii delle storie personali della guerra e del tempo di guerra per trovare un luogo di relazione, di dialogo e di partecipazione che superi il semplice coinvolgimento emotivo per costruire un’identità collettiva della memoria. Tentare di dare un senso alla storia insegnata, riannodare quel filo passato, presente, futuro. La consapevolezza è il punto di partenza per il ricordo e per andare avanti. Escludendo una metodologia di tipo storicistico ci prefiggiamo di guardare alla Storia attraverso le “storie” raccontate dai singoli: Esterina, testimone della battaglia di Ortona; Giuseppe, ortonese prigioniero nei campi di detenzione in Germania; James, Mitch e Yann, soldati canadesi sul fronte italiano e Renata, partigiana emiliana. Storia come memoria, testimonianza che si fa narrazione. Scaglie, frammenti che emergono attraverso monologhi, dialoghi, onde di parole che vanno a costituire la memoria della tragedia. Senza dare mai per scontata l’evidenza della lezione morale di fronte all’orrore della guerra, della strage, della morte degli incolpevoli