di Antonio G. Tucci
con Matteo Schiazza
collaborazione alla drammaturgia di Alessandra Diodoro
progetto scenico, luci, musiche e regia di Antonio G. Tucci
Spettacolo adatto per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado
Il mondo degli immigrati è spesso un universo sconosciuto e difficile da comprendere per molti che non riescono ad entrare in contatto con quelli che lo abitano. Un tema delicato che merita l’attenzione soprattutto dei più giovani. Infatti il protagonista di questo spettacolo è un ragazzo all’ultimo anno di scuola che vivrà un’avventura affascinante: lui si chiama Stinco. A Stinco gli è stato regalato uno splendido scooter per la promozione. Ha un appuntamento con Alessia, la più “bona” della scuola e momentaneamente “single”, l’andrà a prendere in palestra per passare la serata insieme. Per Stinco è il giorno più bello della sua vita! Ma un immigrato gli ruba lo scooter e Alessia, non vedendolo arrivare, se ne va. Stinco è a terra, la sua grande giornata è finita male… tuttavia non vuole rinunciare alla sua moto e, aiutato dalla sorellina Ginetta, si avventura nel mondo degli immigrati per ritrovarla. Per i due giovani ragazzi è l’occasione di conoscere una realtà parallela alla loro, spesso distorta da pregiudizi e discriminazioni. Lo spettacolo è un viaggio per tappe che consente di incontrare vite ed esperienze di migranti attraverso storie raccontate da persone, che portano con loro il fardello delle loro esperienze delle loro vite che si scontrano con altre alla ricerca di una società multiculturale. Faulkner scriveva: “Vivere nel mondo di oggi ed essere contro l’uguaglianza per motivi di razza o colore è come vivere in Alaska ed essere contro la neve”. Stinco e Ginetta, alla fine del loro viaggio, capiscono che la realtà nella quale siamo tutti immersi è molto più matura, capace e attenta alle sfumature di quanto non sia raccontato. Basta starci in mezzo e diventa evidente. Non ci sono vincitori e vinti: siamo tutti sconfitti se passa l’idea che la società, le persone, gli individui non abbiano la forza, l’energia e l’intelligenza di costruire modalità, equilibri, intrecci che costituiscono il tessuto connettivo del nostro vivere insieme. In scena un solo attore che incarna ed interpreta vari personaggi giocando e vivendo i panni di varie persone, creando un gioco narrativo in grado di catturare l’attenzione dello spettatore sviluppando le riflessioni inerenti all’immigrazione e dell’integrazione.
Lo spettacolo è andato in scena al Festival dei Popoli / Pescara 2014
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